Mai come in questi giorni la politica italiana ha dato prova della propria volubilità. È da qualche giorno che aleggia nell'aria lo spettro della crisi di governo. Il tutto ha avuto origine con le parole del capo dello stato, Napolitano infatti si è sentito in diritto di reclamare la propria estraneità nei confronti dei due consecutivi nefasti governi Monti e Letta.
Responsabilità e coerenza sono parole difficili da far digerire alla maggioranza dei politici nostrani.
Periodo tragico per il nostro premier ad interim Letta, appena giunto da una disastrosa quanto beffarda gita nelle cattedrali del denaro. Solo 500 milioni di euro in investimenti (non è dato sapere ancora quali), questo il misero bilancio del pellegrinaggio nella terra degli sceicchi.
Non si è fatta attendere la presa di distanza da parte degli esponenti di scelta civica, infatti è prassi condivisa riacquistare il privilegio di critica una volta passati all'opposizione, come se Monti avesse fatto di meglio.
Nelle ultime ora anche il Pd si dissocia da se stesso, proponendo un patto di coalizione interno.
Come scrissi ieri su twitter:
Come scrissi ieri su twitter:
Il #pd ovvero l'unico partito a stilare un #PattoDiCoalizione con se stesso! #sapevatelo #Renzi vs #letta
— Giovanni Arcuri (@supersocrates) 11 Febbraio 2014
Questo è l'ennesimo sintomo della schizofrenia di un partito che si è privato della propria anima e giunto alle battute finali.
Come fosse ieri, rammento le infelici dichiarazioni di ostilità nei confronti di Renzi e gli elogi pomposi spesi per Letta. La situazione ha subito un ribaltamento di fronti: la maggior parte degli esponenti Pd (da rottamare) è passata al rottamatore. La sanguinaria lotta tra democristiani è giunta al termine e incorona vincitore, per logoramento dell'avversario, Renzi.
Cosa si prospetta all'orizzonte della politica italiana? Sappiamo che Renzi non è interessato al premierato, non è sua intenzione seguire le orme di D'Alema e adagiarsi sullo scranno senza incoronazione popolare. L'unica alternativa sarebbe un governo tecnico controllato da Renzi con la nomina di esponenti a lui riconducibili. La tattica 'di lotta e di governo' ha sempre premiato in campagna elettorale.
