Il Pd dopo aver sperimentato i più disparati modi per suicidarsi, ha deciso di sbizzarrire la propria fantasia e dopo il fallimento del patto di coalizione con se stesso ha deciso di sostituire l'attuale governo a guida PD con un altro governo a guida PD con il vivo e vibrante patrocinio del capo dello stato.
Questa è l'ultima trovata in ordine cronologico dei democratici, infatti non sono state sufficienti le manovre kamikaze dell'ultimo periodo: appoggio incondizionato a Monti, l'alleanza con il ventennale arcinemico Berlusconi ed i 'farò' del governo Letta.
Renzi, dopo aver licenziato letta e con premura aver convertito grande parte dei dirigenti del PD lasciando in minoranza gli eretici, ha deciso di inaugurare un governo a proprio nome senza la consacrazione della consultazione elettorale. Il rottamatore, che tante parole aveva speso per l'importanza del consenso popolare e del rituale elettorale, adesso si affida alla bontà di Napolitano per (ri)animare un governo di legislatura fino al 2018.
Il movimento 5 stelle terrorizza così tanto Renzi da allontanarlo dall'agone elettorale?
Se anche #Renzi ha paura della consultazione elettorale, significa che il #m5s è ben oltre ciò che dicono i sondaggi. #governorenzi
— Giovanni Arcuri (@supersocrates) 14 Febbraio 2014
Lo scontro Renzi-Letta assume sempre di più le fattezze del mitologico duello D'Alema-Prodi. Il sindaco di Firenze forse dimentica che lo scotto politico di tale mossa è stato scontato negli anni dal 'compagno' D'Alema. Evidentemente la storia di D'Alema non docet: ciclicamente il PD ripete gli stessi errori.
Forse ha ragione Prodi, infatti, estendendo il suo giudizio all'intera situazione, potremmo convenire che: "Siamo in una gabbia di matti, e la chiave è persa!".
A presto, al prossimo post!